Sintesi di sapere poetico, filosofico e scientifico, i "Fenomeni" di Arato di Soli (315 ca - 240 ca a.C.) sono espressione della vivacità intellettuale del mondo greco di età ellenistica. Nella prima sezione del poema Arato osserva e accuratamente descrive il sistema degli astri e delle costellazioni, dando rilievo alle figure mitologiche dalle quali queste prendono il nome: dal cacciatore Orione con il suo fedele segugio Sirio all'«infelice Cassiopea», che protende le braccia verso la sventurata figlia Andromeda. Nella seconda parte, Pronostici, trovano invece spazio i segni premonitori celesti e naturali che si richiamano alla tradizione e alla sapienza popolari. Tradotti già anticamente da Varrone Atacino, Cicerone, Germanico e Avieno, i "Fenomeni" hanno goduto di larga fortuna lungo tutto il Medioevo, fino al Rinascimento, e costituiscono ancora oggi una preziosa testimonianza del profondo senso di stupore e di meraviglia con cui l'uomo ha sempre guardato alla vastità e al mistero del cosmo.