Le voci di Daniela Liviello, Andrea Donaera e Renato Grilli si alternano qui come in una cerimonia pagana, al centro di un cerchio che è il mondo, ciascuno a suo modo a far parlare la terra, la loro terra di pietra zitta, di acqua mare, di muri incrostati, di piazze di sole del Salento, dove sono nati, o dove hanno trovato posto. Le tre voci possono essere ascoltate come monologhi, una dopo l'altra, o per frammenti di discorso, una dentro l'altra. Le parole di questi tre inni al Salento sono quelle che userebbe questa terra se le avesse, se usasse lo stesso linguaggio. Poi, certo, il dialogo può avere altre forme, quelle silenziose e mute di quel tipo di amore che è respirare insieme.