C'è una corda emozionale che distende le pagine di questo libro, come i panni bagnati alle finestre delle case, cambiano colore e tessuto al mutare delle stagioni. Ma parole e indumenti cercano solo il sollievo della luce, a volte dell'ombra, certi che torneranno a vestire uomini e pagine della stessa scena, la vita e l'esistenza. I poeti vivono solo l'ombra delle cose, le parole. E da quelle parole, da cui sono fuggito per anni e anni, e poi non sentendomi al sicuro, per altri anni e anni ancora, sono tornato. Dopo la pubblicazione della raccolta I Decaduti, il nichilismo che accompagnava la scrittura mi è rimasto impresso addosso, come il sole d'agosto. Ma ora sono tornato, in queste 365 nuove rotte, una per ogni giorno dell'anno. Una feritoia per chi è stato o è in fuga - il timore di incontrare ancora una volta le vecchie stagioni; per chi ha vestito un tempo indifferente al susseguirsi delle nuove albe; per chi ha riconosciuto il sabotatore che ospitiamo; per chi ha offerto un respiro a un grembo. Allo stesso tempo, direzioni da seguire e rifugi per trattenersi, le pagine di questo libro. Il segreto per imparare a vivere è solo quello andare, giorno per giorno, rotta per rotta. Nella vita, come in poesia, conta il viaggio, non l'approdo.