Il fuoco è un poema sulle origini dell'uomo e sulla scoperta del fuoco. Fuoco che simboleggia la nascita del focolare e della famiglia, cosa molto importante per Bencic come nel suo ultimo romanzo "C'era una casetta a le case di Suvereto". La famiglia non è mai morta, nonostante che nel xx secolo se ne celebrasse la fine. É morto solo un certo modo di intendere la famiglia, basata solo sull'istituzione legale e non sul sentimento come vuole farci capire Bencic. La famiglia è la fine della solitudine e la meta a cui tende ogni essere vivente sospinto da una smania "di andare avanti" come dice il poeta. Qualcosa è stato rotto sin dalle origini, cosa riconosciuta in tutte le culture dove si parla del "Paradiso perduto" a cui l'uomo tende a ritornare. Bencic prova a ricercare questo "Paradiso perduto" narrando attraverso la poesia, la storia di quest'uomo in eterna ricerca, che apre gli occhi, non si sa quando e non si sa dove, ma sicuramente dopo che qualcosa di grave è successo, e che all'improvviso, scopre di far parte di una nuova creazione in cui si deve muovere a tentoni, dando inizio ad un lungo cammino nella scoperta di se e del mondo che lo circonda.