«Dice il mio amato Primo Levi: "le piante sembrano stupide, ma rubano l'energia al sole, il carbonio all'aria, i sali alla terra, e vivono senza scannarsi a vicenda come noi". Il nostro ippocastano, che non ha la nobiltà d'origine necessaria per essere un albero letterario né le 'physique du rôle' per essere un albero politico, vive la sua vita da testimone relativamente appartato risentendo poco delle turbolenze e scansando i pericoli di due secoli complessi, i cosiddetti Secolo lungo e Secolo breve». L'autrice ci accompagna, tra citazioni letterarie e storiche, in un viaggio alla scoperta degli alberi e del loro ruolo in natura e nelle società umane. Il pretesto per queste divagazioni è il rapporto affettivo intrattenuto con un amico speciale, un ippocastano bicentenario, soprannominato "L'Alberone", sito appena fuori Bologna, nella tenuta di famiglia tra il verde dei Colli.