Ascoltami bene e, soprattutto, cerca di non offenderti: tu non sei la tua ansia. Non sei la tua rabbia, né la tua frustrazione. Tu non sei la tua depressione e neppure la tua dermatite. Non hai importanza, non hai ruolo. Sei un riflesso. La rappresentazione fisica di qualcosa che ti possiede ma non ti appartiene. Vedila così: sei l'anello finale degli scarichi idraulici. Attraverso di te passa lo schifo di tutti quelli che ti abitano sopra. Senza che tu abbia la possibilità né di interrompere il flusso, né di restituire qualcosa al mittente. E quindi smettila di sciogliere gocce nei bicchieri o sul dorso della mano. Smettila di regalare soldi agli psicologi, smettila con gastroscopie e meditazioni all'alba. Non hai colpa. La tua unica pecca sono le persone di cui ti circondi: la tua famiglia, il tuo capo, il tuo partner. In fondo anche Sartre diceva che l'inferno sono gli altri. Fatto di racconti, pensieri, ricordi, riflessioni, sogni e parti di sedute psicoterapiche, questo libro appartiene a tutti quelli che, guardando gli altri ridere di gusto, pensano: "Perché io no?"