In questi accordi, concepiti come cartoni per le giornate di un grande affresco, affiorano atmosfere zavattiniane, comprese nel sole, nelle nebbie, nel sudore e negli odori di una terra, la nostra, dalla luce solo apparentemente marginale. La nostra è una terra di pianura, una pianura che nel suo lento silenzio ha sempre accolto, plasmandole, le più ardite trasformazioni sociali, politiche ed economiche. Tonino e Gian Mario sono due scrittori; scrittori che si chiamano e si raccontano dalla distanza dei loro due diversi paesi di origine. Il loro dialogo svela interni di case passate, narra di fuochi accesi da mani provate e abitate dal sacrificio. Uomini con storie di fiumi e di rive, di confini e di strade bianche, storie che chiedono di vivere come immagini necessarie al nostro desiderio di una collettiva solidarietà verso la natura e le persone intorno, e di un intimo bisogno d'infinito. Non lasciamoli partire questi nostri poeti, narratori di storie.