Quanta vita perdiamo noi lettori, quanti incontri ci sfuggono, eludono senza rimpianti il nostro sguardo, quanti punti di vista risultano falsati dalla nostra comoda e sicura prospettiva fatta solo di parole, perché è così, alla fine il mondo che scegliamo di abitare non è il mondo reale, neppure lontanamente: somiglia a una specie di rifugio, a una torbida caverna dalla quale possiamo escludere chiunque. E la gioia che talvolta assaporiamo è un sentimento che ricorda la disperazione, è uno stato mentale che sugge la sua linfa vitale dal più pericoloso isolamento.