Che si tratti di uno scenario naturale, di una situazione o di uno stato d'animo, ciò che accomuna questi trenta racconti di viaggio è un imprevedibile grado di disorientamento. Per un attimo gli autori hanno perduto le coordinate geografiche e hanno visto scomparire ciò che poteva sembrare familiare: sono arrivati a quello che Don George ha scelto di definire "nowhere". A volte gli autori intraprendono volontariamente il viaggio per "nowhere", alla ricerca di qualcosa di fortemente inconsueto: Simon Winchester parte per realizzare un servizio nel peggiore paese del mondo e ne ritorna con il più pauroso dei souvenir, Pico Iyers va alla ricerca del nulla sull'Isola di Pasqua e ne trova assai di più di quanto avesse sperato. In altri casi gli autori si imbattono in "nowhere" accidentalmente, e ci raccontano le avventure, gli incontri e le illuminanti scoperte che ne derivano: Lisa Alpine trova un'oasi di pace spirituale in un Israele dilaniato dalla guerra, James Hamilton è trasportato nella Death Valley da una sinfonia di arte e natura. Altri autori ancora oltrepassano le porte di "nowhere" per fortunate circostanze: l'autobus vietnamita su cui viaggia Karla Zimmerman esce di strada e l'incidente crea all'improvviso un ponte che la avvicina alla gente del luogo.