Percorrendo l'Autostrada del Sole e provenendo da Firenze verso Bologna, dopo aver superato il casello di Rioveggio, sulla sinistra, in alto svetta, fra le altre, una montagna che prende il nome di Monte Sole. In questo luogo, ora inabitato, un tempo vissero tante persone, vi sono le rovine di vecchie tradizioni che coprono i ricordi di una civiltà etrusca e di una più recente civiltà contadina, legata strettamente alla ciclicità del mondo agricolo e pastorale, in cui si perde il tempo nella codifica rituale che scandisce l'effetto del clima sulle stagioni. Se si chiudono gli occhi parlano ancora i sentieri, anche se hanno vissuto gli umori di più di duecentocinquanta stagioni, raccontano le tradizioni sotto la pioggia, la nebbia o il sole; sotto i castagni, i pioppi, i pini, le querce. Ogni angolo ha il suo pezzo di storia, che vive ancora del proprio passato, e sotto la polvere del tempo s'insinua, con un odore di vite dimenticate che camminano come spettri, percorrendo vecchie strade sterrate con l'unico intento di essere ricordate nella memoria collettiva. I racconti che riguardano questa gente sono legati, in qualche modo, l'uno all'altro...