Fine anni Quaranta, poco dopo la fondazione dello stato di Israele: un drappello di soldati si avvicina a un villaggio palestinese; ha il compito di sgomberare e distruggere le case, e di trasferire gli abitanti in un campo profughi oltre confine. Gli ordini sono eseguiti quasi scherzando, e dai commenti sull'arrendevolezza e la povertà dei nemici emerge la profonda disistima nei confronti degli arabi. Solo nel narratore si fanno largo i dubbi sulla liceità morale e l'opportunità politica di queste azioni, ma nessuno dei suoi commilitoni è disposto ad ascoltarlo. All'epoca della pubblicazione, oltre cinquant'anni fa, il romanzo di Yizhar S. (Yizhar Smilansky) fu al centro di un acceso dibattito e di infinite polemiche, tuttora attuali.