Due ergastolani, diversi tra loro per origine e cultura, convivono in una cella, crogiolo della vita e della storia, in dialogo e scontro con un secondino davvero strano, che svolge il suo ruolo per vocazione. Per l'abbandono subito, il dottor Umberto Bisticchi fa strage della famiglia della sua ex moglie e di altri coinvolti per caso nella vendetta. Lillo è un manovale della mafia, incapace di sostenere qualsiasi discorso con logica e contenuti. È l'autore di numerosi delitti. Renzo Germani, il custode, uomo colto e razionale, è la coscienza critica dei due ergastolani. Egli appare e scompare dalla scena. È irritante per scelta di vita ma affidabile e onesto in tutte le sue espressioni. Dopo anni di mutismo in carcere, Umberto Bisticchi diventa ciarliero: pensa e parla, di notte e di giorno. Egli scava nella sua vita, in quella dei genitori, di un discutibile avo Monsignore, dal quale discende in linea diretta. Continuo è il suo tentativo, sempre fallito, di un confronto dialettico con il piccolo, ignorante e grassoccio Lillo. La comunicazione riesce invece con Renzo, che non perde però occasione per controbattere il carcerato e spiazzarlo con severi argomenti.