Tutta la famiglia Scamardella stravede per il piccolo Gualtiero: mamma, papà, zii, zie, nonni, tutti quanti gli stanno vicini e cercano di farlo crescere forte e senza paure. Soprattutto lo zio Ceccio, che non perde mai occasione per fare divertire il suo nipotino. Le loro chiacchierate sono deliranti e surreali come le situazioni da Commedia dell'arte; i motti di spirito di zio Ceccio e le sue avventure sono ispirate alla tradizione napoletana de "Lo cunto de li cunti" di Giambattista Basile, fanno divertire Gualtiero e insieme lo invitano a riflettere; coinvolgono e inteneriscono come solo le barzellette di una volta sanno fare, anche quelle che hanno smesso di far ridere. Perché lo zio Ceccio, anche se ha quarant'anni, è ancora un sognatore, uno zio strampalato... re, e forse il piccolo Gualtiero è l'unico con cui può condividere la sua visione del mondo stravagante e solitaria.