"Esploratori dell'abisso" segna il ritorno di Enrique Vila-Matas al genere che ha maggiormente contribuito al suo successo: il racconto. In queste diciannove storie Vila-Matas esplora e analizza l'abisso sul quale si sporgono buffi personaggi, sempre ai limiti della condizione umana. Personaggi che si trovano in un momento della loro vita in cui sono costretti a esplorare ciò che c'è oltre, a buttare uno sguardo al di là dei limiti umani, morali, sociali o fisici. Limiti che possono essere ciò che fisicamente un uomo non può fare o raggiungere, come il protagonista della spassosa novella fantascientifica "Ho amato Bo", costretto a vagare per sempre nello spazio e nell'universo infinito, ma sono anche la sfida quotidiana del celebre equilibrista Maurice Forest-Meyer che compare in più racconti, o l'andare oltre la frontiera che separa la realtà dalla finzione, come in "Perché lei non lo ha chiesto", e scrivere un racconto commissionato da Sophie Calle. Con una scrittura senza troppi fronzoli ma capace di impennate liriche e frasi lapidarie, che si avvolge su se stessa e trasforma i dialoghi in scambi serrati di pungenti aforismi, dove il nonsense si insinua tra le crepe di conversazioni apparentemente banali creando un effetto comico laddove sembrava esserci solo disperazione, Enrique Vila-Matas esplora, con divertita sagacia, le insondabili profondità del meta-abisso.