Venturi scrisse questi tre racconti tra l'ottobre del 1957 e il febbraio del 1958, in un momento di transizione per il nostro Paese, a cavallo tra la guerra appena finita, ma i cui veleni circolavano ancora, e gli anni del boom economico in cui tutto sarebbe sembrato possibile. I tre protagonisti maschili incarnano perfettamente le tensioni di quel periodo: un medico tedesco che decide di ritornare, insieme alla compagna, nel paesino sugli Appennini dove aveva combattuto con il suo plotone di S.S. e dove era morto il suo migliore amico; un arrivista che segue il corteo funebre di un vecchio conoscente che a differenza di lui non aveva voluto arricchirsi a tutti i costi, morendo in povertà; un accompagnatore di signore straniere, insofferente e annoiato, che cerca una via di fuga nella sua prossima preda e finisce per sfogare su di lei le sue frustrazioni e il suo malessere. In una prosa nitida e asciutta, Venturi mette in scena tre personaggi mossi da sentimenti contrastanti di colpa e rivalsa, tre espressioni differenti della violenza e della miseria morale del dopoguerra.