Dirigere un'azienda non è un'impresa da poco, tanto più se si tratta di un'azienda agricola e di agricoltura non si sa nulla, e a maggior ragione se questo accade negli anni in cui le campagne si spopolano inesorabilmente. Ma proprio questa sfida tocca a Marcello Venturi dopo il matrimonio con Camilla Salvago Raggi, quando prende le redini della tenuta della moglie. Uomo di impegno politico e cultura, giornalista e scrittore, noto soprattutto per gli scritti sulla Resistenza e la guerra, il suo orizzonte deve ora aprirsi ai vasti spazi e alla storia secolare di una grande proprietà, a riti e usi di una comunità di mezzadri (i manenti) che se li sono tramandati da una generazione all'altra e che perdono terreno di fronte al dilagare dell'industria e della meccanizzazione. All'inizio, dopo i molti anni trascorsi nel centro di Milano, lo infastidiscono persino il silenzio e la luce della campagna monferrina. Poi, però, spirito di osservazione, umanità e una salutare provvista di sense of humour offrono una via di uscita, sia pure provvisoria, e nutrono queste pagine, che diventano un acuto, divertito e a tratti malinconico referto di un mondo che rapidamente scompare.