L'italiano per Sebastiano Vassalli è colui che, convocato da Dio nel giorno del Giudizio, risponderebbe: "Chi, io?". Dall'ultimo doge di Venezia, un Ludovico Manin ormai vecchio e sgradito al popolo, al padre della patria Francesco Crispi che rivive a occhi aperti i momenti cruciali della sua vita; da Emanuele Notarbartolo, la prima vittima della mafia, alla poetessa Sibilla Aleramo, che deve fare i conti con le conseguenze della sua indipendenza, fino al signor B., l'Arcitaliano, che ha trionfato nell'unire il Paese Sommerso e quello Legale. Con ironia e compassione laica per i suoi personaggi Vassalli riesce a delineare il profilo più autentico dell'italianità, presa tra incoerenze inconciliabili, condannata forse al Limbo per l'eternità.