Nel marzo 1969, sul "foglio bimestrale di poesia e scienze affini" Ant Ed - che sta, provocatoriamente, per anti editoria - lo scrittore pluripremiato de La chimera, pubblica un testo corrosivo che incendia il mondo della cultura italica. I nuovi travestiti - questo il titolo dell'invettiva, recuperata dal Centro Novarese di Studi Letterari-Archivio Vassalli - ha la prepotenza swiftiana di una pernacchia e di un pugno. I 'travestitì, in fondo, sono i lacchè del politicamente corretto, i voltagabbana, i professionisti della 'contestazione', determinati a percorrere una "infrenabile e irresistibile ascesa su per le scale gerarchiche, verso le seggiole, le cattedre, i troni, i seggi, gli scanni, tutto può giovare... Le università, i circoli culturali 'di sinistra', gli edifici costosi della 'top direction', le sedi dei partiti politici e dei settimanali per uomini, le case editrici, i teatrini alla moda ne sono pieni. I loro atteggiamenti sono puramente dettati dallo spirito di conservazione, questo è logico: sono i vecchi arnesi della paccottiglia di sempre, i re travicelli che non affonderanno mai".