Metà dei capitoli del libro sono di genere letterario e narrano gli incontri ferraresi, verosimilmente accaduti, degli artisti-soldato, intenti a declinare la nuova poetica della Metafisica ferrarese (1915-1918). I capitoli restanti sono saggi psicobiografici che cercano di interpretare sedici quadri di de Chirico. Gli studi psicobiografici supportano la tesi in base alla quale la pittura metafisica può essere letta come una dolorosa autobiografia, trascritta nei quadri attraverso significanti iconici personalizzati, riferiti ai vissuti più intimi dell'artista. I lettori potranno approfondire le seguenti ipotesi psicobiografiche: la Metafisica come malattia-creativa e come auto-psicoterapia di de Chirico; le fasi dell'elaborazione del lutto paterno; il Ghetto, la prima rivelazione e i quadri detti "interni ferraresi"; l'amore per Antonia Bolognesi, la seconda rivelazione e i quadri detti "il ritorno dei manichini nelle piazze".