Per quanto ancor giovane, Phineas Finn, l'antieroe di questo grande scrittore vittoriano Anthony Trollope, ha già alle spalle un fallimento e una disillusione amorosa. In anni precedenti era già venuto a Londra, aveva gustato il successo politico, sua vocazione, e il favore delle donne per il suo bell'aspetto; presto però, costretto a ritirarsi, si era rifugiato nel grembo della natia Irlanda. In Il ritorno di Phineas Finn ricomincia del tutto da zero. Non ha più legami e doveri di sorta, essendo restato prematuramente vedovo. Lascia la noia di provincia e tenta nuovamente la via della politica nella capitale. Riannoda le antiche amicizie, soprattutto di donne (Come le donne si presero cura di Phineas è il titolo di un'analisi critica su questo aspetto); coglie l'occasione che la fortuna gli offre per arrivare in cima, ma poi un'accusa gravissima lo precipita di nuovo. Cade però su di un terreno morbido, chissà forse perfino migliore. Questo il filo essenziale della trama. Ma dato che l'intento di Trollope è il dettagliatissimo arazzo della Londra vittoriana dei quartieri alti, al di sotto si intessono altri plot e sottoplot. «L'autore - scrive Rossella Cazzullo nella Notizia - presenta una tela fitta di episodi e situazioni di varia gravità e intensità emotiva: un tentato omicidio e un omicidio riuscito, un caso di discesa nella valle oscura della follia, donne amate e donne che amano perdutamente; giocano poi il loro ruolo dicerie e malevolenze...». Dove alcune personalità femminili risaltano per la piega di tragedia e grandezza che vi imprime la vita. Questo romanzo fu attaccato dalla stampa conformista perché metteva in cattiva luce l'ambiente politico (probabilmente Phineas è ispirato a un deputato conservatore irlandese realmente vissuto). Ed è in effetti un romanzo più cupo e pessimista. Trollope, nella sua immensa produzione, scrisse due cicli che si potrebbero definire della città e della campagna, vale a dire il Ciclo politico (o Ciclo Palliser, in sei romanzi collegati come un unico grande libro ma ciascuno autonomo, di cui questo Ritorno di Phineas Finn è parte) e il Ciclo del Barsetshire. Nel primo, sempre nel suo distaccato umorismo e sempre lasciando completamente ogni giudizio ai lettori, lo scrittore vittoriano è più amaro. E, malgrado il finale sembri sorridere a Phineas Finn, anche su di lui resta sospesa la domanda se sia un vincitore o uno sconfitto dalla pettegola e tentatrice metropoli.