Il Primo-narratore (il Padre-narratore, direbbe la Costituzione americana del 1776) alla nascita viene registrato all'anagrafe cittadina col nome di Washington, come numerosi altri figli o nipoti di emigrati in Nord-America tra Otto e Novecento. Solo che Washington tra Marche e Romagna si pronuncia Vasìnto. The Washington tales. I racconti di Vasìnto sono una raccolta, uno spolverio, un concentrato di vita vissuta: racconti e frammenti tragicomici, che toccano con mano leggera e pietosa la miseria dell'Italietta fascista, la guerra, la deportazione dopo l'8 settembre, la prigionia in un campo di concentramento tedesco, il ritorno alla vita civile, i conti in sospeso, il lavoro e le avventure di un falegname: un artigiano raffinatissimo anche dal punto di vista narrativo. Un narratore ironico e bonario, che dialoga alla pari con una piccola comunità di ascoltatori. Racconti orali, oggi forse fuori tempo, che non guardano né al cinema né alla televisione, ma richiedono la complicità del lettore e la sua comprensione/indulgenza nei confronti delle necessarie ripetizioni. Un'oralità sapiente, di autori/ascoltatori che al massimo potevano contare sul diploma di quinta elementare ma che, all'occorrenza, sapevano citare a memoria intere terzine della Divina Commedia: soprattutto quelle dell'Inferno, illustrate dalle tavole di Gustave Doré.