Questo racconto è nato in italiano, una lingua che non molti conoscono nel mondo. Ma l'autore era convinto che le lingue debbano servire a comunicare e a capirsi e quindi se pensiamo di avere qualcosa da dire occorre farlo in modo che il messaggio venga ricevuto da quanti più lettori possibili. Per non privilegiare nessuno dei sette miliardi di abitanti del nostro pianeta, nel rispetto delle oltre settemila lingue che vi si parlano, lo presentiamo nella lingua Esperanto che non è di nessuno e quindi appartiene a tutti come la volle il suo inventore, il medico polacco Ludovico Lazzaro Zamenhof, che non la brevettò, e tutti la possano utilizzare, nello spirito che Le lingue in catene hanno fatto proprio con la collana dell'Editrice Bonomo.