[...] Le vennero in mente la Teresa di Bernini, le Maddalene di Caravaggio, se le vedeva davanti, nelle pieghe tempestose del marmo come negli scuri tenebrosi dell'anima, ora improvvisamente lette da un'altra prospettiva, tutta umana. Che prima aveva giudicato sì oscena, ben consapevole anche allora che il loro abbandono in Dio era segno della lascivia dell'artista, superata però dal dato reale della fede di chi risultava figurato in qualità di personaggio nel marmo o nella tela, mentre ora proprio quella lascivia lei stava rivalutando. E ne era atterrita perché se ne sentiva partecipe nel momento in cui non la respingeva con forza, e ne avvertiva invece il desiderio, l'esperienza, il potersi perdere anche lei in quel dolce languore. [...] «Aspettare - si disse -debbo aspettare che passi. Se passerà».