Un autore affermato. Una giovane aspirante scrittrice. Una storia d'amore che divampa immediatamente e brucia in un istante. Lui è sposato, e sua moglie aspetta un bambino. Lei lo ama: crede che lui l'aiuterà a crescere nella vita, come scrittrice. Parlano di letteratura, delle madri che non ci sono piú, del vuoto che hanno lasciato, di ciò che manca alle loro esistenze. Anche se forse ciò che lei ama davvero è l'immagine di lui. E quando se ne accorge è troppo tardi: ora è lui a desiderarla davvero, a schiacciarla con il suo potere, con la forza delle sue parole. Con quell'arte oratoria che dà il titolo a uno dei suoi romanzi, che cominciano sempre con una tragedia e finiscono con la compassione. Vent'anni dopo, la scrittrice si imbatte di nuovo nello scrittore durante una conferenza. E non può fare altro che mettersi a scrivere, rievocando il loro amore in una lunga lettera: una lettera che lui non leggerà mai. Una lettera d'amore e d'assenza, di desiderio e di nostalgia, di tristezza e di riflessione, sul potere degli uomini e delle parole, e sull'infinita e spossante ricerca dell'identità.