In una Udine avvolta da una notte senza fine, Sgorlon rende omaggio alle atmosfere alienanti di Kafka dando forma a contenuti angosciosi. Walter, che vive nella soffitta di un condominio e di giorno guida un camion, è svegliato di soprassalto da un rumore sordo. Ne cerca la fonte e crede di averla trovata nel camino. Scende in strada. Da quel momento, in una vicenda assurda e iperbolica, la città si trasforma per ospitare esseri umani dalle parvenze animali, in grado di apparire ora giovani, ora vecchi. Tutti compiono strane azioni, simili ad antichi riti, mentre Walter si muove nervosamente alla ricerca di un ferroviere, sempre inseguito da un vecchio scheletrito, che gli pone domande cui non sa rispondere.