Nella lunga intervista rilasciata a un giornalista inizialmente ostile, un flusso di coscienza ci guida attraverso la vita di Grazia Deledda: figlia ribelle di una famiglia benestante di Nuoro e appena insignita del Premio Nobel per la Letteratura. Grazia manifesta fin da giovane la passione per la scrittura, ma deve affrontare il pregiudizio e l'ostilità della società dell'epoca che considera il ruolo delle donne limitato alla gestione della casa e della famiglia. Nonostante gli ostacoli, "Grassiedda" persegue il suo sogno di diventare scrittrice, pubblicando racconti e romanzi e raggiungendo la popolarità. A Roma si inserisce nel mondo letterario stringendo rapporti di sorellanza con scrittori e scrittrici di spicco come Sibilla Aleramo e Matilde Serao. Nonostante il successo, Deledda non dimentica le sue radici: il legame con la famiglia d'origine e con la Sardegna sono sempre presenti nelle sue parole come nei romanzi. Durante l'intervista, intervallata da momenti di profondo dolore e sagace ironia, Deledda risponde a domande riguardanti il "nemico letterario" Pirandello, le grandi tragedie che hanno lacerato la sua famiglia, il rapporto con Mussolini e le critiche ricevute dai suoi concittadini per aver narrato una Nuoro conservatrice. In un'intervista che scandaglia l'animo di Grazia, il lettore scopre la donna dietro al personaggio e la profonda modernità e determinazione della scrittrice sarda.