C'è un villaggio distrutto dalle bombe di una guerra senza nome uguale a ogni altra guerra. Un villaggio da cui molti non sono riusciti a scappare. Non è andata meglio a chi ha tentato la via del mare, "tutti annegati in una traversata di piacere". Salvatore Romano reinterpreta in chiave personale il celebre capolavoro di Edgar Lee Masters per denunciare la tragedia più cogente e diffusa dei nostri tempi: la migrazione senza speranza di milioni di esseri umani in fuga dalla violenza e dalla povertà, con chiari riferimenti alla difficile situazione italiana ("la pacchia è finita"). Romano fotografa gli ultimi momenti di vita o raccoglie gli ultimi pensieri delle vittime, rendendole quasi riconoscibili ai nostri occhi: madri e bambini si rivolgono litanie dolci e dolorose, gli uomini piangono la propria sorte, protési verso di noi - a volte rabbiosi, a volte rassegnati - impongono il loro grido alla nostra spesso sfuggente coscienza.