"Al buio, le parole si formano più pesanti del solito e sanno solo di voce". Augusto, logorato e inerte sulla sua sedia a rotelle, guardando da lontano l'eucalipto in fondo al suo giardino, ripete i soliti discorsi imbalsamati e a volte spietati sul suo passato e sul suo presente. Ad ascoltarlo c'è Adele, sempre lei, donna avvenente e a volte svagata, in una parvenza di normalità ormai dimenticata da tempo. Augusto, più che ricordare, vive nel presente il suo passato: gli anni della contestazione giovanile, l'incidente, le amicizie. Non è Augusto a riportare a galla i ricordi, sono loro che gli fanno visita; vagano nella sua memoria frammentata, ricostruendola attraverso una serie di voci frastornanti che giornalmente lo ossessionano: sono quelle di Alfredo, di Alma, di Ludovico e di Andrea, amici ormai lontani ma costantemente presenti. Intanto sotto al gigantesco eucalipto, a qualche decina di metri di distanza, le api ronzano e fanno il miele. I fuchi, inutili dopo le nozze volanti, vengono cacciati via. È il preludio di una morte imminente.