Nel 1887 la reporter Nellie Bly, fingendosi afflitta da paranoia, si fece rinchiudere nel manicomio dell'isola di Blackwell per scoprire le condizioni di vita delle donne ricoverate. Pseudonimo di Elisabeth Jane Cochran, Nellie Bly fu la prima giornalista investigativa per conto di Joseph Pulitzer, proprietario del New York World. Fu così che nacque un'indagine (che diventò successivamente anche un famosissimo libro dal titolo "Dieci giorni in manicomio"). L'autrice della "Porta dei girasoli", Corinna Praga, trascorre 73 giorni in un ricovero per anziani nel 2019. E scrive "Quando stai vivendo il novantesimo, credi di aver conosciuto tutto, del mondo e dei tuoi contemporanei. Ma non è così." Una caduta dovuta al cedimento del femore "un rumore di cose rotte, di mobili rovesciati" l'ha trascinata via da casa prima al Pronto Soccorso dell'ospedale, poi al Ricovero in un Centro per Anziani. Così incontra sulle porte dei girasoli di cartone, che dalla mitologia greca alle atroci avventure del Basso Medioevo hanno sempre significato tristezza e fine di tutto ciò che è scintillante e vivo. Inizia un viaggio, profondo e ironico: "Hai molto dolore, gioia?", "Quando verrà il dottore?". "Bella gioia, appena potrà, il dottore verrà da tutti, anche da te". "Gioia", "Tesoro", "Amore". È possibile che gli infermieri conoscano tutti i singoli pazienti a loro affidati?" Un viaggio che prosegue tra i parenti in visita, nel tempo per camminare, in quello per sedere e per pensare. L'autrice ci porta a conoscere il mondo dedicato "ad un'umanità disgraziata e forse senza futuro"... la perduta gente al di là della porta dei girasoli".