L'isola di Pasqua, nota anche come Rapa Nui, è un lembo di terra sperduto nell'oceano Pacifico, a circa 3700 chilometri dalle coste del Cile, stato a cui appartiene. Oggi conta qualche migliaio di abitanti, ma quando, nel 1722, fu scoperta da un navigatore olandese alla ricerca di nuove terre, la sua popolazione era ridotta a una decina di selvaggi segregati in caverne, che sopravvivevano a stento su quell'isola arida e spoglia. Ciò che più colpì gli occidentali fu il numero impressionante di statue gigantesche, alte anche più di dieci metri, collocate lungo tutto il suo perimetro. Chiamate Moai, quelle statue erano i guardiani di un mistero che affascinò il mondo intero e ancora oggi è oggetto di vivaci discussioni tra gli studiosi. Raffiguranti teste umane dal naso appuntito e dal mento sporgente, chi le ha erette e a che cosa servivano? Perché coloro che avevano costruito quei monumenti erano improvvisamente scomparsi senza lasciare traccia? Mescolando fatti storici a interpretazioni personali e a un pizzico di immaginazione, ingrediente fondamentale, il romanzo cerca di dare una risposta a queste domande, attribuendo un ruolo importante anche all'amore, quello vero, eterno e indistruttibile, che nei secoli si rinnova.