"Quanta utopica convinzione deve esserci in un uomo affinché possa intitolare, nel 1976, un proprio libro "il Parco Nazionale delle Dolomiti", ben 17 anni prima dell'istituzione del medesimo, avvenuta nel 1993? E quanta grandezza non solo nell'averne avuto la visione, ma anche nell'aver saputo far progredire fattivamente l'intuizione tra mille difficoltà, come egli stesso affermerà, "di programmi ministeriali, di miliardi, di disegni di legge, di "iter", di intrighi politici"? Piero Rossi ha sempre visto lontano, alle volte addirittura ha visto oltre, ad angolo retto o con la curva, vien da dire, quasi che le quinte di roccia tra le quali si ficcava con fervore in gioventù, arrampicando, potessero essere ai suoi occhi non della compattezza di calcare che sbarra l'orizzonte, ma della consistenza di diafano vetro siliceo che permette una visione sempre più ampia, elevandosi così con la prominenza dei tremila metri dolomitici." (Dalla prefazione di Federico Balzan)