«È sera. Un uomo rientra da lavoro. Apre con fatica il cancellino cigolante e percorre il vialetto lastricato. Non ha voglia di entrare in casa: ultimamente con la moglie la situazione si è fatta tesa. Sembra distante, di umore variabile, a momenti dolce e a momenti fredda e acida; ogni pretesto è un motivo per litigare. Varca la soglia di casa e la chiama. Nessuna risposta. Cerca per tutto il pianterreno, ma non la trova. Sale al piano di sopra. Il silenzio è interrotto solo dai rumori della strada. Il buio avvolge l'uomo. Vede una lama di luce provenire dalla fessura inferiore della porta del bagno. Si avvicina. Alza con fatica la mano verso la maniglia. Apre la porta. Davanti a lui la moglie è inginocchiata sul pavimento; ha gli occhi lucidi e lo sguardo smarrito. Intorno a lei solo sangue. Scrittura inquieta, pulsante, nervosa, notevole per l'efficacia del tono e della generale e sicura compiutezza formale.» (Mario Fresa)