Poco dopo la perdita del padre, e ancora segnato dal dolore, Pasolini incontra casualmente una giovane donna, Irene, con la quale intraprende un dialogo che cambierà in qualche modo il suo stare al mondo. Bloccati in metropolitana, padre Roberto e Irene iniziano a parlare. Accomunati da un lutto recente, i due, soli nel vagone, iniziano a riflettere sul dolore. Partendo dalle morti reali, giungono alle morti simboliche che hanno affrontato nella vita. Evitando cliché e facili schematismi, il dialogo sprigiona pian piano una luce. Quella nascosta nelle cose, soprattutto nella nostra umanità, che proprio quando entra nel profondo e nel vivo delle situazioni fa emergere, dentro tante ambiguità, una qualità "gloriosa" indistruttibile: la fiducia nell'amore, nonostante tutto. Dopo la trilogia sul peccato e la grazia, padre Roberto propone un'opera in cui la riflessione spirituale si coniuga con la narrazione.