Inizia con questo primo libro una serie di divertimenti letterari in cui alcuni scrittori prelevano dai loro romanzi i personaggi più riusciti, o li attingono dalla storia o ancora dalla letteratura, per dar loro vita autonoma. In un colto ed esilarante 'come se', Morganti fa redigere un diario gastronomico-esistenziale a pre' Michele, uno dei protagonisti più amati dei suoi libri ambientati nel 1500. Il pievano, smessi i panni d'investigatore dell'occulto, si è dedicato alla scrittura e mette nero su bianco, sé stesso. Pre' Michele è stato mandato dal Vescovo in Carnia ufficialmente per sostituire il prete del paese. Ufficiosamente si trova là in punizione per il suo peccato di gola. Il prete, lontano dall'amico speziale Martino trova il tempo per iniziare a scrivere un primo diario, in cui racconta al Buon Dio e all'angelo custode la sua vita presente e passata. È un diario che gli assomiglia: scrive di cibo, filosofeggia sulla vita, offre pillole di sacra saggezza cristiana e racconta, come in uso nel Rinascimento, brevi facezie, spiritose e dense di morale. Questo primo diario, ritrovato da Paolo Morganti nella soffitta della parrocchia, è stato da lui rivisto e corretto.