"Scavare il cielo" è un libro anomalo. È un libro di incontri, di sguardi, di silenzi. È un libro fatto di parole che richiamano immagini lontane e vicinissime, che perimetrano rabbia e commozione, che dipingono l'eroe senza tempo e la normalità violentata. È un libro che, attraverso strade contorte, curve pericolosissime e ingannevoli rettilinei, fa esplorare diversi mondi che confluiscono magicamente in un solo universo. Non sono biografie, non sono profili esaustivi, non sono ritratti. Sono delle piccole cartoline spedite dall'autore, che hanno quale unico destinatario finale il lettore. In esse ci sono le sensazioni, gli odori e le percezioni che i personaggi incontrati hanno suscitato nello scrittore. Sensazioni, odori e percezioni che sono assolutamente personali e che non hanno la pretesa di essere assoluti. Come si vede, un libro poco convenzionale, attraversato dalla poesia e dalla prosa, con alla base una grande curiosità, che si spera coinvolga il lettore in un viaggio che riparte da ogni pagina. Prefazione di Paride Leporace.