Lago di Garda, immediato dopoguerra. Mirko, architetto sloveno di Trieste, decide di tornare nel paesino dove aveva fatto il servizio militare prima di essere catturato dai nazisti e internato nei campi di concentramento. Vi ritrova la signora Amalia, ancora legata al ricordo di Mussolini e fin troppo indulgente nei confronti del Ventennio. Ripensa con nostalgia al poeta Enrico, con il quale si divertiva a sbeffeggiare il regime, ma è dal rispetto che Luciana, figlia della signora Amalia e operaia nella filanda lì vicino, porta ancora nei confronti del Duce che Mirko si rende conto, sconcertato, che la Storia ha ben poco da insegnare. E, durante una passeggiata in quel paesaggio, punteggiato di uliveti e aranceti e avvolto in una calda luce, scopre la villa dove era solito alloggiare Mussolini e ha un confronto verbale piuttosto teso con lei. Ma una notte tutto cambia e Luciana, spinta dal nascente sentimento per Mirko, giunge a una nuova consapevolezza.