Questi trentacinque racconti di Gianluigi Paganelli manifestano una portata epica e un forte impegno etico e civile. Paganelli attraversa il mondo con la spada, ultimo dei cavalieri, fra malinconia e stupore. Il suo è un universo vessatorio ma al tempo stesso vuol porre il sogno del paradiso come ammonizione e profezia. Qui come in altre sue opere (di teatro, di poesia e di critica letteraria) Paganelli riprende il rapporto fra scrittura ed esilio, fra la Bibbia e il Libro delle interrogazioni di Edmond Jabés, ma riattraversa anche le grandi cosmogonie orfiche e il tragico di Eschilo e di Sofocle. Nella schiera degli Artaud e dei Bataille, dialoga nella mente e nel corpo, nell'idea e nel sangue, attraversa il tempo per ripercorrere «senza rete» le ragioni della fede e il potere del male, in un confronto serrato fra passato e presente.