Protagonista del romanzo è quella nuova generazione di "proletari" che verso la metà degli anni Settanta inaugura la rivoluzione del quotidiano, il rifiuto del lavoro, l'occupazione delle case e degli spazi sociali, lo sciopero selvaggio e si esprime in forze nel grande movimento del '77. Qui Balestrini ricostruisce l'epica di un'insurrezione gioiosa e dirompente sulla quale si abbatterà la profonda violenza del carcere e della criminalizzazione. E sono proprio le pagine dedicate al carcere che più colpiscono il lettore, lasciandolo completamente attonito di fronte alla narrazione di una delle rivolte carcerarie più cruente della storia italiana.