«Amo le donne. Mi appassionano. M'interessano. Sono il più bell'esempio di semplicità umana attraverso una rete complicata di stati d'animo. Le studio. Se posso le perverto: forse perché rendere gli altri simili a noi stessi è legge naturale d'ogni anima». «Un mondo imperniato su due sole persone che si amano. Su due donne. Un mondo che è quasi una perfezione assoluta di bellezza, d'arte e di vita. Perchè io credo che il perfetto amore esista solo fra una bruna Sibilla ed una bionda Nicla». «Ci mutiamo trasfondendoci una nell'altra: e ci mutiamo con una sottigliezza che ci porta verso il più sapiente dei pervertimenti». Perfidie (pubblicato nel 1919) è il primo romanzo di Giulia Volpi Nannipieri (1892-1940), in arte Mura, scrittrice molto prolifica che, in poco più di 20 anni, nella sua intensa attività spaziò dalla letteratura per l'infanzia al reportage giornalistico e di viaggio, dalle commedie alla narrativa psicologico-sentimentale caratterizzata, soprattutto nei primi romanzi, da una forte componente trasgressiva che ebbe come conseguenze anche la censura del regime fascista nei confronti del romanzo, edito nel 1934, Sambadù amore negro. Fu considerato effettivamente scandaloso e morboso questo romanzo, Perfidie , che difficilmente si può inquadrare solo nel genere rosa, proprio per la libertà con cui si raccontano, attraverso lo sguardo tutto interno alla donna, non solo l'amore e il desiderio fuori dal matrimonio, il tradimento, la cattiveria e la "perfidia", ma anche l'amicizia intensa che sfocia in innamoramento tra la protagonista e voce narrante Sibilla e la bionda "amica del cuore" Nicla.