"Ballata dei miracoli poveri" prende avvio laddove "Vito ballava con le streghe" finisce. È un racconto di spaesamento, di dissoluzione di un mondo nel quale il disfacimento della comunità ha seminato solitudini e generato orfani e sconfitti. Un mondo ingiusto. Un mondo al rovescio dove colpa e innocenza si confondono. Un mondo che, per sopravvivere a sé stesso, ha urgenza di prodigi. Vito, il contadino, si è perduto in un bosco remoto. Si è fatto errante. Ha smarrito, insieme alla strada, tutto ciò che era. In questo spazio abitato da ombre e da fantasmi non sa più riconoscersi e allora cerca una nuova appartenenza, un possibile riscatto. "Ballata dei miracoli poveri" è un viaggio sentimentale, tra fiaba e mito, in una terra grondante di visioni. Terra di sogno e disperazioni, terra d'infanzia e di magia. Spazio della memoria e della meraviglia, fra pellegrinaggi, enigmi, balli e canzoni. Lo stupore dei miracoli poveri.