A quasi dieci anni di distanza da Mille non più Mille, Maurizio Rossi torna a invitarci, a nostro rischio e pericolo, nella sua minuscola valle piacentina, fornace di invenzioni ad alto tasso esplosivo. Nei quattro racconti di Mare Padanum, Gerbasius e Panfilius, in fuga dall'Ufficio Pergamene per cui lavorerebbero, sperimentano la problematica arcadia delle terre del Rosello. Tra Baggini e calaie s'innescano a catena, in successioni esilaranti, galli taumaturgici, galline cubiste, velivoli spaziali, vetture Zil/Zis 110, diligenze Wells Fargo Express o vascelli fantasma. L'elegia rurale, vagheggiata ma irrimediabilmente perduta, è sottoposta a una trance ritmica e alimenta l'industria a ciclo continuo delle analogie. Eppure questa centrifuga di comicità presta al lettore, tra le pieghe del racconto, un sillabario tanto faceto quanto implacabile del sistema Italia, con la sua carovana di maghi, medium, otelmi, nuove pesti e untori, virus dell'aviaria, spin doctors e pescecani della finanza. Cosí potrà accadere anche a noi, come ai filologi di Pollaio di notte, di trovarci "sporti sulla storia senza muoverci di casa".