Imperfezioni è un romanzo individuale e familiare. Che indaga e scarnifica un tabù: la violenza psicologica domestica in un ambiente della buona e «sacra» borghesia, un ambiente nel quale formalismo, buone maniere e ipocrisia impediscono di «vedere» certi comportamenti, fino al punto di negarli o di derubricarli a normale dialettica coniugale. Azzurra, la protagonista, è microscopicamente ritratta nel suo soffrire, a sopportare, in apparenza passivamente, le mortificazioni, le angherie, le sopraffazioni, le sottomissioni, fino alla violenza di suo marito, nel chiuso delle pareti della loro «bella» casa. Le pagine sono anche la trama, sofferta e gravida di ferite e di contraddizioni, di un tenace percorso di consapevolezza, di liberazione e di autonomia. E così, quello che nasce come «romanzo di formazione» (Bildungsroman), si trasforma in un romanzo di denuncia del farisaismo perbenista che ancora finge di non vedere la violenza psicologica familiare piccolo-borghese.