Autobiografico. Un dialogo interiore con l'unico figlio, scritto a quattordici anni dalla sua scomparsa. L'opera spazia dai ricordi a varie riflessioni sui grandi quesiti esistenziali, al senso del dolore e della sofferenza umana, ai perché della vita e della morte, ma narra anche di quotidianità, di incontri, piccole cose di ogni giorno, in una parola del vivere nel senso più ampio del termine. Una dichiarazione di amore e struggente nostalgia, un diario di un'assenza-presenza con cui l'autrice ha dovuto necessariamente misurarsi e dalla quale è riuscita a trarre comunque un insegnamento e nuova forza per andare avanti nonostante la tremenda esperienza. L'amore tra cielo e terra, l'amore viscerale per un figlio che sopravvive a tutto, anche alla cosiddetta morte, è l'energia pulsante e vivificante che tutto trasforma, anche le prove disumane dell'esistenza, in occasioni di crescita e maturazione interiore.