Processata per l'efferata morte del figlioletto e tradotta nel Carcere di Torino, Annalisa Blasi non rinuncia in alcuna occasione a proclamare la sua innocenza. Bella, affascinante e benestante, stride come un giglio sul letame nel contesto carcerario, pieno di donne sole, abbruttite e dimenticate, quando non stanche e frustrate. Pur sostenuta dal padre e dal marito, ma anche da una campagna condotta dalle pagine di Il Foglio Cittadino, la vicenda sembra tuttavia perdere terreno, recedendo lentamente dalle prime pagine del giornale alla cronaca locale. La scoperta del diario dell'adolescente Annalisa gioca allora un ruolo determinante, aprendo uno spiraglio sulla verità, sui segreti celati, su un vissuto complesso e drammatico a cui suo malgrado il cronista Fabrizio Bennati si ritrova ad assistere.