Intraprendendo una via a metà tra fiaba e romanzo, Luciano Foglietta dà vita ai sette fratelli Castellucci, "i matti di Seguno", delle terre di Romagna. Matti non nel senso patologico del termine, ma piuttosto caratterizzati da una paradossale ingenuità, un po' balorda, e ricchi del buonsenso proprio dell'ignoranza, creduloni, ma capaci, a volte, di impensabili arguzie. Si ritrovano così in spassose avventure e con loro la luna nello stagno, le cavallette fucilate, le uova d'asina, Ambrogio il cappellaio dalle manie di grandezza e l'esilarante Scarabocchio che ne racconta l'avventura, lo spirito di Moschino uscito dalla Buca del Pianello, don Olinto che svela alle genti il mistero della S.S Trinità con la similitudine del forcone, e tanti altri tipi e situazioni tra fatti e stupori, inghippi e grullerie. Foglietta ha legato un mondo pieno di difetti, di sogni, di ingiustizie, di ideali e di soprusi lungo un filo fantastico che sta fra cronaca e immaginazione.