Ancora semisconosciuto in Italia, Kurd Lasswitz (1848-1910) è considerato il "Jules Verne tedesco" per i suoi romanzi avveniristici, che coniugano le scoperte della scienza con la visione di un futuro possibile, e soprattutto per i suoi racconti fantastici che proiettano sullo schermo del tardo Ottocento una fantasmagorica sequenza di mondi ipotetici. Questa raccolta rappresenta Lasswitz al suo meglio, con otto brevi storie che spaziano dall'utopia, all'avventura in dimensioni microscopiche, alla speculazione matematico-filosofica, alla satira sociale: otto pietre miliari sulla strada del racconto di un futuro che avrebbe potuto essere, che in parte si è davvero realizzato, ma che soprattutto sembra ammiccare verso di noi con tutte le potenzialità di una visione fantastica e luminosa.