Questa raccolta di storie, lungi dal voler essere un libro di indagine o analisi, è nato nelle intenzioni dell'autore come divertissement di satira politica. Ne scaturiscono dunque, una serie di racconti scorretti che vanno dritti in rotta di collisione con il pensiero unico politicamente corretto, il nuovo mostro partorito dal totalitarismo, che ingabbia non più i corpi, ma le menti e il libero pensiero, in recinti non più delimitati da filo spinato o obsolete sbarre, ma da fili invisibili che nascono dai nostri sensi di colpa abilmente sollecitati dall'esterno. Una puntura di spillo dunque, al buonismo, ideologia terminale del progressismo.