A trentotto anni, sposato da quindici, a metà strada con il pagamento di un mutuo e, verosimilmente, della sua stessa esistenza, a Graham Hendrick pare già di intravedere la china. Storico diligente, marito annoiato e padre distratto, è incapace di grandi emozioni e da tempo ha rinunciato ai piaceri del corpo, riducendosi a custodire tutto quanto abbia per lui valore nello spazio esiguo della sua scatola cranica. Poi, il 22 aprile 1977, incontra a una festa la giovane ed effervescente Ann Mears e da quel momento dà inizio ai suoi «giorni di miele». Dapprima si incontrano clandestinamente e di lei ama la spontaneità, la franchezza, quel modo incantevole e disinibito di parlare di sé e del suo passato; insomma, tutt'altro rispetto a ciò a cui lo ha abituato la moglie, la detestabile Barbara, dalla quale si separa molto presto. Graham e Ann convolano a nozze e la loro «vacanza» sembrerebbe destinata a durare tutta una vita. Senonché, Graham si ritrova in un cinema di periferia con la figlia Alice a vedere una pellicola in cui Ann recita il ruolo imbarazzante di sgualdrinella del gangster. È in quel preciso istante che il dubbio si insinua e il suo amore, che vorrebbe esclusivo, è inquinato dal rimpianto di non essere il primo, dall'ansia lacerante di scoprire chi e quanti lo hanno preceduto. Perché la sua gelosia, una lente che ingrandisce e distorce, non ha nulla a che fare con lo stato presente, e Graham, da storico rigoroso qual è, applica un metodo di ricerca infallibile, un'indagine tanto scrupolosa quanto ossessiva, al punto da non saper più distinguere la vita vera dalla vita di celluloide, i fatti quotidiani dagli incubi notturni.