"Billy Gray era il mio migliore amico e io mi innamorai di sua madre." Alexander Cleave, anziano attore ormai in declino, viene inaspettatamente scelto come protagonista di un film intitolato "L'uomo con la maschera", basato sulla biografia di un uomo che non era quello che diceva di essere. E durante le riprese, in un mobile gioco di specchi, si trova a rievocare l'esaltante storia vissuta da quindicenne, in una piccola città irlandese negli anni Cinquanta: gli incontri proibiti in un casolare appena fuori città; gli impeti di passione sul sedile posteriore dell'auto di Mrs Gray, nei mattini assolati o nei pomeriggi tempestosi; le bugie, i sotterfugi, le gelosie, i timori, le calde lacrime e le esplosioni di gioia. Ricordi che il caleidoscopio della memoria mescola al sogno, tingendoli di colori diversi, di volta in volta bui o luminosi, mentre il fantasma della figlia, scomparsa dieci anni prima in circostanze misteriose, si fa strada ogni giorno di più. Passato e presente convergono, nel tentativo di dare un senso all'iniziazione amorosa dell'adolescente, ma anche alla sofferenza del padre.