È il racconto di storie attribuite alla giovinezza della protagonista, Ofelia, e che si erano accompagnate a un sottinteso portante, macabro ma al tempo stesso paradossale e distraente. Perché a un certo punto della sua vita Ofelia si sia decisa a parlarne, ripercorrendo così intanto i momenti di un'età tutto sommato felicemente vissuta, si scoprirà alla fine. Con un epilogo ulteriore che parrebbe rimettere tutto in discussione. Condotta dall'autore nella prima persona femminile, la scrittura porge con naturalezza varchi alla riconsiderazione di un tempo che poteva dirsi aperto ad accogliere con affettuosa disponibilità le vicende della giovinezza, come se questa vi si immettesse senza troppi sussulti, e semmai nel sentore o nel vago avvertimento di un sogno da proteggere e far maturare. Senza forzature, il racconto guarda a quel tempo con molta nostalgia.